Disturbo ossessivo compulsivo

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Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) all’inizio è stato classifico tra i disturbi d’ansia poi, con la nuova revisione clinica, è stata attribuita al DOC una categoria diagnostica a parte.

Il nucleo psicopatologico del DOC è descrivibile come segue:

– Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti che irrompono nel funzionamento mentale della persona che ne è affetta

– Le compulsioni sono azioni osservabili, attività mentali o comportamenti ripetitivi che il paziente esperisce come “obbligatori” e che interferiscono significativamente con il suo funzionamento, con una gravità che varia ampiamente tra i diversi pazienti e, nello stesso paziente, nel corso della vita

I disturbi dello spettro del DOC secondo il Manuale psicodiagnostico DSM 5 includono:

– Il disturbo di dismorfismo corporeo in cui il pensiero ossessivo è concentrato su imperfezioni del corpo immaginate o esagerate;

– Il disturbo da accumulo in cui il contenuto del pensiero ossessivo e il conseguente comportamento compulsivo riguardano la tendenza ad accumulare oggetti che non hanno alcun valore oggettivo o sentimentale, dal quale il paziente non può separarsi

– Nella tricotillomania e nel disturbo da escortazione è presente la spinta compulsiva a strapparsi peli o capelli oppure a stuzzicare la pelle con una frequenza che provoca perdita di capelli o peli oppure cicatrici osservabili e talvolta ferite sanguinanti

Quali sono i segnali di un disturbo ossessivo compulsivo?

L’esordio è generalmente nell’adolescenza o nella prima età adulta e tende ad essere più precoce nei maschi e nei soggetti con un disturbo da tic.

“I pazienti con DOC spesso hanno un aumento dell’arousal e sintomi somatici d’ansia”

Nei soggetti con ossessioni di contaminazione e compulsioni gravi di pulizia/lavaggio è piuttosto frequente osservare problemi di salute (per esempio infezioni, escoriazioni sulla cute) dovute a lavaggi eccessivi.

In alcuni casi gravi i sintomi irrompono nella vita dei soggetti portando ad isolamento sociale; generalmente i soggetti con DOC tendono a rimanere nelle relazioni se hanno la possibilità di controllare il partner. Essi possono anche scegliere partner che li rassicurano rispetto al contenuto dei loro sintomi o addirittura che partecipano ai loro rituali compulsivi.

Cosa fare se ho ossessioni – compulsioni?

“Evitare di evitare”: capita frequentemente che i rituali messi in atto dalla persona con disturbo ossessivo-compulsivo siano altamente estenuanti e distruttivi e pertanto può succedere che il soggetto sia portato ad evitare tutte le situazioni che potrebbero innescare le compulsioni. Nonostante l’evitamento produca una sensazione di immediato sollievo, è importante iniziare a pensare che evitare contribuisce ad alimentare il problema stesso. Iniziate a pensare che ogniqualvolta vi ritrovate ad evitare un evento o una situazione non farete altro che incrementare, a lungo termine, la vostra ansia e il vostro problema.

Metti nero su bianco: se hai dei dubbi rispetto ad un gesto compiuto (per esempio: “ho chiuso la manopola del gas?”; “Ho controllato che a casa sia tutto ordinato?”) o ancora, su un pensiero (“ho fatto del male del qualcuno?”), prendi carta e penna e scrivi. Sotto forma di “lista” da depennare, di pensieri sparsi oppure domande seguite dalle risposte, la scrittura se usata al momento opportuno può dimostrarsi un utile alleato.

Come posso aiutare una persona con ossessioni – compulsioni?

Evitare spiegazioni: tentare di spiegare al proprio familiare l’infondatezza e l’irrazionalità delle ossessioni e delle compulsioni, rappresenta una modalità che contribuisce ad incrementare il disturbo della persona, oltre che a creare un generale clima di di sfiducia. E’ consigliabile, pertanto, evitare di cercare di spiegare o convincere “razionalmente” la persona.

Evitare di aiutare e di colpevolizzare: capita frequentemente per i familiari di trovarsi coinvolti nell’esecuzione dei rituali di comportamento della persona con DOC. E’ importante pensare che il tentativo di alleviare la sofferenza della persona venendole incontro sostenendola nello svolgimento dei rituali, in realtà non fa altro che peggiorare il problema stesso. E’ molto più utile, dunque, sospendere ed evitare qualsiasi tipo di aiuto e, al contempo, di colpevolizzare la persona facendola sentire “diversa”.

Valorizzare ogni piccolo cambiamento: ossessioni e compulsioni rappresentano due caratteristiche che molto spesso finiscono col radicarsi profondamente nella vita della persona e pertanto il tentativo cambiare e risolvere il problema potrebbe risultare difficile e lento; per questo motivo è fondamentale che i familiari sostengano la persona in ogni minimo cambiamento positivo, andando ad incoraggiare la persona anche nei “normali” periodi di ricaduta.